giovedì 29 dicembre 2011

Perseverare o rinunciare?

Maestra vostra è malaticcia, fatica a leggere e a studiare, non può uscire a recuperare il libro e sta pensando seriamente di rimandare sto cazzo di esame a giugno, perché, che si sappia, se volessi farlo a febbraio (e avrei voluto, fortissimamente voluto) non potrei, perché ho tirocinio.
Mi scoccia rimandare esami, ma anche leggere Piaget vedendo letterine che si incrociano non è 'sto granché...

martedì 27 dicembre 2011

Maestre sull'orlo di una crisi di nervi

Da cosa si può notare che una maestra è sotto stress? Dal fatto che si preoccupi solo di uscire indenne dalla sessione dei preappelli dicembrini, andando avanti a testa bassa puntando dritta alla meta del "ho fatto tutto e finalmente è quasi Natale e fino al 26 non voglio sentir parlare di lezioni ed esami". Salvo che poi, il suddetto 26 di dicembre, la suddetta maestra, così come la sua amichetta del cuore, si rende conto che per l'esame del 17 gennaio - esame tostissimamente tosto - le manca un libro.
Vallo tu a recuperare adesso!
Porca merda.

sabato 17 dicembre 2011

Disorganisescion 2.0

Bacheca del gruppo universitario su FB.
Qualcuno chiede "quando si ritirano le lezioni corrette?"
Qualcuno risponde "il 22". Ora sconosciuta.
Qualcuno, dopo, "il 21, alle dieci e tre quarti".
Non so, non è buffo?

NO. Io ODIO gli esami di inglese.
Io non vedo l'ora di darlo e togliermi dai maroni per sempre loro, le lesson plan e 'sti cazzi. Anche perché io NON VOGLIO insegnare inglese!! Perché stramaledizione devo prepararmi per qualcosa che spero di non dover fare mai? Perché?

venerdì 16 dicembre 2011

Disorganisescion

Succedeva un anno fa: la prof di laboratorio d'inglese chiedeva la consegna delle lezioni da correggere il giorno X o, per chi non poteva, il giorno Y. Il giorno Y era più comodo quasi a tutti, così il giorno X l'abbiamo portata in tre. Al momento della riconsegna delle lezioni corrette, panico: le nostre tre erano scomparse; la sua risposta è stata "questo è quello che si ottiene a portarle nel giorno sbagliato, vedete?", perché era convinta che alla fine una sola era la data di consegna, la Y. Segue: noi che le corriamo dietro per mezza città per riaverle, perché prima dice "ci vediamo al CLAV", poi in sede nostra, al CLAV, sede, CLAV, sede, generando una confusione tale che non vedendola in sede siamo andate al CLAV e l'abbiamo fatta chiamare persino a casa, dove per fortuna non ha risposto nessuno: era in sede, un po' in ritardo.
Succedeva questa mattina: orario di consegna dalle 9:30 alle 10 e dalle 12 alle 12:30. Mezzogiorno e un minuto la vedo sfrecciare via in auto, penso che abbia semplicemente dimenticato qualcosa in qualche altra sede, aspetto.
Aspetto.
Aspetto.
All'una meno venti me ne vado: evidentemente aveva dimenticato noi.
Il bello è che, dato lo sciopero, mi ero anche fatta accompagnare su da SuperBoy.
Risultato: un sacco di pioggia, un pranzo guadagnato e quasi tutti i regali fatti, anche un paio a me ^^ (grazie Super).
Ma anche un esame slittato per forza di cose a febbraio e una notte di studio persa per potermi svegliare presto stamane. Auff.

Prossima data di consegna:
Lo vedete tutti, vero? Dice 27 gennaio, 12-13.
Se il 27 gennaio alle 13.05 sentite un urlo, sapete perché.

E adesso meglio che vada a studiare, sono un po' indietro.

lunedì 12 dicembre 2011

Domande e riforme

Secondo voi, cosa vuol dire "dopo la riforma Gentile"? Perché per me vuol dire dopo che è stata approvata, ma più di qualcuno l'ha capita come "dopo che è stata messa da parte"... Cioè dopo che è finito il periodo Gentile, visto che la legge Gentile viene trascinata fino agli anni '60, e nella domanda si parlava di periodo fascista. Però 'sta cosa mi ha messo inquietudine. Non so, spero di sfangare anche questo... già ho il panico da inglese ç_ç

giovedì 8 dicembre 2011

Impegni

Adesso.
Devo finire di preparare Storia della scuola (lunedì). Preparare un modulo (tre lezioni) + storia per inglese entro venerdì. Preparare Attività motorie ed espressive entro il 20. Una mattinata di tirocinio, un tot di ore perse tra treni a orari inutili e scioperi previsti.
In tutto questo ho anche una famiglia, un fidanzato, un doposcuola (aggratiss, ché adesso non chiediamo anche di esser pagati) il lunedì pomeriggio, degli amici, una vita. Dei regali di Natale da comprare e da fare. Un libro da andare a ritirare in biblioteca (domani).
Mi dite, in tutto questo, quando caspita lo trovo il tempo io di fare l'albero?

Shit happens.

Ieri in treno ho fatto una figura di cacca. Hanno messo dei pulsanti per aprire le porte degli scompartimenti, ma io il pulsante non l'ho visto, e ho forzato con garbo la porta, riuscendo ad aprirla, a infilarmici in mezzo e a strisciare dall'altra parte, seguita da cinque minuti di risate generali dallo scompartimento di fronte, popolato da ragazzini che avranno avuto dieci anni meno di me - risate interrotte solo dagli Oomph! a palla nelle orecchie, perché sapevo che alzarmi e andare a prenderli a sberle mi avrebbe probabilmente regalato una denuncia per aggressione e sotto l'albero preferisco altri tipi di regali.
Però.
Una signora nonninosa mi ha sorriso.
Altri hanno tentato di spalancare la porta così, ma nessuno c'è riuscito.
Questo prova solo che io avevo la testa da un'altra parte, perché ho altro a cui pensare, mentre loro hanno una vita alquanto vuota se a tener banco è il mio incontro con una porta.
Evidentemente non c'è fotocellula, altrimenti una volta che vi sono strisciata in mezzo avrebbe dovuto attivarsi, quindi quelle porte sono il Male.
Ciò non toglie che ho fatto una figura di merda.

Locus of control

Che poi, io più studio e più ho l'impressione che la mia capacità di imparare le cose anche studiando poco sia dovuta appunto al fatto di studiare poco. Nel senso che occupo il tempo altrimenti, non che dormo (io non dormo mai), e queste mie occupazioni alternative allenano la memoria, la capacità di concentrazione, la capacità di comprensione, di intuizione e robe di questo tipo.
Per esempio, ho l'impressione che questo giochino mi stia aiutando con la memoria e con l'utilizzo di strategie. Ma forse è solo il mio stile d'attribuzione che a una certa ora va a farsi benedire. Avrei bisogno di un altro caffè.
Adesso torno alla Falcucci sul serio o non posso andare a dormire oggi. Buonasera.

No, adesso, per capire. Ma, a me, futura (?) maestra elementare italiano/sostegno, delle riforme pensate-neanche-attuate centocinquant'anni fa, ma che me ne frega?

No, davvero. Sono le quattro del mattino, ho fatto oggi l'esame (scritto) di didattica, una roba bestiale, tipo sei domande aperte (per un totale di quattro facciate), una delle quali consistente in un esempio di applicazione didattica (per la precisione: inventa un esempio per spiegare come funziona la memoria ai tuoi alunni, sì-vabbé-ciao), in un'ora di tempo, adesso sto qui a studiare Storia della scuola, sono finalmente arrivata agli anni Ottanta (esattamente ai Programmi Ottantacinque, indovinate di che anno, che hanno un anno meno di me, quindi storia molto recente grazie), ma non posso fare a meno di pensare che avrei già finito se non avessi dovuto passare per Casati-Coppino-DaneoCredaro e in mezzo tutto quello che è stato pensato ma non si è fatto, avrebbe dovuto essere fatto ma è stato pensato male, avrebbe dovuto essere pensato ma non è venuto in mente a nessuno. Va bene. Chissenefrega? E poi già che ci siamo a ogni cambio di situazione storica facciamo anche un bel riassunto di quello che stava succedendo, sai mai che l'italiano medio sia così citrullo da dimenticarsi che nel 1940 l'Italia era in guerra e che magari anche per quello Bottai non se l'è inculato di striscio nessuno (sì, ok, l'italiano medio potrebbe anche esserlo, così citrullo, ma non penso che lo sia uno che sta studiando Storia della scuola, dai, mi rifiuto di crederlo, voglio dire, non è proprio la classica lettura da bagno o da ombrellone!). E poi non mi va ad approfondire il clima culturale sessantottino, che magari era anche più interessante e utile al fine di capire il presente, che poi è quello in cui andrò a lavorare (cioè, adesso è futuro, ma quando sarà sarà presente, no?, e poi è così vicino -seee, ciao- che è quasi già presente, sì, uhm, facciamofintache).
Non capisco.
So solo che se non avessi del caffè sottomano avrei già ingoiato tutte quante le fotocopie, le stampe, le slide e gli appunti; già son senza sigarette... ma la caffeina mai!
Torno a Franca Falcucci, buonasera.